Il nostro metodo

Nella nostra scuola utilizziamo l’approccio cognitivo-zooantropologico (relazionale)

Che cos'è l'approccio cognitivo-zooantropologico (relazionale)

Esso prevede sì l’utilizzo del “metodo gentile”, ovvero il non utilizzo di stimoli avversativi verso il cane, come coercizione, inibizione, l’uso di guinzagli a strozzo… ma tiene in considerazione l’etogramma di specie, ovvero il repertorio delle variabili cognitive e comportamentali di una specie, oggetto di studio dell’etologia.

Una delle principali differenze tra l’addestramento cani e l’approccio cognitivo-zooantropologico (CZ) è la considerazione che il profilo comportamentale del cane (il perché il cane si comporta in una certa maniera), l’apprendimento (come fa il cane a imparare a fare o non fare una certa azione) e la trasmissione (come facilitare l’ insegnamento), sono il frutto della vita relazionale del cane e non l’acquisizione di un atto performativo, cioè di condizionamenti.

L’approccio CZ si discosta sia dall’approccio tradizionale, basato molto spesso su inibizione, coercizione ecc. sia dal metodo gentile, basato sul semplice rinforzo positivo, dalla considerazione che il cane è un individuo dotato di una mente, in grado di riflettere, di fare valutazioni e prendere decisioni con delle sue emozioni, motivazioni e un livello di attivazione emozionale.

Il comportamento di un cane è frutto dell’espressione del suo stato mentale interno, quindi emozioni, percezioni, vissuti ecc. di ragionamenti che è in grado di mettere in atto e non prodotto di automatismi come avviene invece per esempio nei metodi addestrativi, per cui ad uno stimolo corrisponde una risposta. Ma non può esserci educazione senza relazione. La zooantropologia è la scienza infatti che studia il rapporto tra l’uomo e le altre specie animali e i contributi che tale relazione è in grado di fornire. E’ fondamentale per costruire un processo di crescita formare una relazione basata su fiducia e stima reciproche.

L’impostazione dell’ approccio cognitivo-zooantropologico è sempre pedagogica e l’obiettivo è l’equilibrio, l’allineamento e la concertazione, non il controllo, l’inibizione, la standardizzazione.

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